Il Biancospino comune
(Crataegus monogyna Jacq.)
Dialettale: marendola, spin d’ors.
È un arbusto spontaneo in Veneto, dal piano alla montagna. Colonizza siepi, macchie relitte, boschetti di collina e di montagna. Usato, ma non di frequente, nei giardini (sono preferite altre specie ornamentali affini).
Foglie
Latifoglie, non-sempreverdi, semplici, non-opposte, ovali-rombiche ma lobate o incise al margine (2- 3 x 2-4 cm), non-intere (dentelli anche sui lobi), verdi sopra e sotto, con picciolo di 1-2 cm.
Fiori e Frutti
Fiore ermafrodita con stami e pistilli (simile ai Sorbi). Cinque petali candidi, una ventina di stami ed un pistillo con uno stilo. I fiori sono raccolti in infiorescenze terminali simili ad ombrelle. La produzione del polline avviene a maggio. Il frutto è una piccola mela (diametro 0,5-0,7 cm), rossa a maturazione.
N.B.
Esiste una seconda specie di Biancospino selvatico (Crataegus oxyacantha L.) che si può distinguere, alla fioritura, per la presenza di due stili nella corolla.
I Biancospini posseggono frutti che sono esternamente analoghi ai Sorbi (sono anche riuniti in infiorescenze simili) ma che invece si distinguono per racchiudere il seme all’interno di un involucro osseo.
La differenza più evidente con i Sorbi, sta nelle foglie, che nei Biancospini mostrano alcune incisioni profonde e tipiche sui due lati (vedi figura). Questa forma, quando si riesca ad identificarla bene, è già sufficiente di per sè a far riconoscere uno dei nostri Biancospini. Inoltre, come indica il nome, posseggono spine (più o meno evidenti).
I Biancospini sono stati riuniti nel genere Crataegus che comprende circa 200 specie, 2-3 delle quali sono spontanee in Veneto (5 in Italia).
Perciò, per poter dire “è un tipo di Biancospino” (o meglio “appartiene ad una specie del genere Crataegus”), la pianta osservata deve possedere i frutti e foglie come sopra descritto.
Confusione. Con i Sorbi (vedi pagina precedente) oppure con altri alberelli che portano i frutti carnosi raccolti in infiorescenze terminali simili ad ombrelle (Pallone di maggio, ad esempio).
Descrizioni tratte da “Piccola guida per riconoscere 50 alberi del Veneto” di Giuseppe Busnardo pubblicata da Veneto Agricoltura