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Rabarbaro

RHEUM OFFICINALE – FAMIGLIA POLYGONACEAE

Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne, rizomatosa, appartenente alla famiglia delle Polygonaceae, comprendente 60 specie diffuse spontanee in Europa e Asia. Tali specie hanno un robusto rizoma carnoso da cui viene emesso ogni anno un nuovo apparato vegetativo che può raggiungere altezze anche superiori ai 200 cm.

FOGLIE E FIORI

Le foglie, di grandi dimensioni, sono in gran parte riunite in una rosetta basale, disposte con fillotassi alternata, con piccioli lunghi cilindrici e carnosi e lembo variabile da ovato-cordato a reniforme, semplice o palmato-lobato. Il margine è intero o dentato, più o meno ondulato.

I fiori sono bisessuali, riuniti in pannocchie terminali lungamente peduncolate che possono raggiungere alcuni decimetri di lunghezza. I singoli fiori hanno simmetria raggiata, con perigonio composto da sei tepali di colore bianco o giallastro. Stami in numero di 6 o 9.

Il frutto è una noce trigona con spigoli prolungati in un’ala membranosa.

USI

Il rizoma di rabarbaro viene utilizzato per le sue proprietà lassative ma non si deve eccedere con le dosi, altrimenti può diventare una purga molto potente.

Un tempo le radici di rabarbaro (termine che significa “radice barbara”) venivano importate essiccate dalla Cina, poi la sua coltivazione di diffuse anche in Europa. In erboristeria si utilizza ancora il rizoma del rabarbaro dopo che è stato essiccato. Viene raccolto da piante che hanno raggiunto i 3 o 4 anni di età.

Per quanto riguarda gli usi erboristici con il rabarbaro, in particolare con il suo rizoma, si preparano decotti, infusi, tinture e estratti in polvere. I prodotti erboristici a base di rabarbaro vengono impiegati, ad esempio, in caso di stipsi, dismenorrea, amenorrea e per regolarizzare l’appetito.