È un albero di più antica coltivazione (rispetto al precedente) poiché si ritiene conosciuto ed usato fin dai Romani (soprattutto per il frutto commestibile). La sua diffusione nella campagna fu però minore ed anche oggi non lo si incontra con facilità. Talora era usato negli antichi giardini. A volte lo si può trovare inselvatichito.
FOGLIE
Latifoglie, non-sempreverdi, semplici, non-opposte, ovali cuoriformi (8-10 x 12-15 cm), non-intere (seghettate), verde scuro sopra e più
chiare-pelose sotto, con picciolo breve (1 cm circa).
N.B.
Notare la pelosità presente nella pagina inferiore e la poca lunghezza (in media) del picciolo per distinguerlo dal Gelso bianco (se manca il frutto).
FIORI E FRUTTI
Come nel Gelso bianco ma l’infruttescenza (la mora) è nera e dolce solo quand’è matura.
Riconoscere i Gelsi in presenza del loro tipico frutto (in realtà un’infruttescenza) è facile ma purtroppo per noi, essendo carnoso e facilmente deteriorabile, la sua permanenza sull’albero è breve. Bisogna perciò imparare a riconoscere le foglie. Queste, nel Gelso bianco e nel Gelso nero che sono i due diffusi in Veneto, sono assai simili e si presentano con una forma cuoriforme che può assumere (nello stesso albero) varianti con base più piatta e con margine (che è sempre seghettato, ma con denti poco appuntiti) intaccato da profonde lobature. Individuare questa variabilità, che di solito è presente ed è tipica di questi alberi, può essere un buon aiuto per identificare un Gelso. Il problema, semmai, diviene come distinguere tra loro le due specie. Si possono inoltre incontrare o varietà che possono rendere difficile l’appartenenza di un singolo albero a una delle due specie.
I Gelsi sono stati riuniti nel genere Morus che comprende 12 specie, 2 delle quali sono (o meglio, sono state) ampiamente coltivate in Veneto e talora sono inselvatichite.
Perciò, per poter dire “potrebbe essere un tipo di Gelso” (o meglio, “potrebbe appartenere ad una specie del genere Morus”) la pianta osservata deve possedere frutti e/o foglie come sopra descritto.
Confusione. Con il Gelso da carta, con le foglie dei Tigli (più leggere al tatto ma soprattutto con seghettatura di denti ben appuntiti) ed eventualmente con l’Ontano napoletano (che però ha foglia più piccola e porta quasi sempre i frutti tipici degli Ontani).
Descrizioni tratte da “Piccola guida per riconoscere 50 alberi del Veneto” di Giuseppe Busnardo pubblicata da Veneto Agricoltura